COLLI

L'effervescenza della società civile di Colli

la vecchia torre della chiesa S, Vittoria di Carsoli
Il terzo piano fu opera di Gervasio Gervasi (foto: A. Proietti)
Un'altra testimonianza della effervescenza della società civile di Colli nel corso dei secoli ci viene fornita dai Fatti Storici che ci sono stati fatti pervenire, in copia, da Marcello Mantica.
Abbiamo già avuto modo di tratteggiare la figura del poeta Berardino Simeoni  (detto il Riccio) che nell'ultimo ventennio dell'Ottocento, soggetto ad una ammenda per aver violato le norme della fiera di Arsoli, declamò questa quartina su un palco improvvisato:



Venga un dolor di ventre ogni mattina
a chi stabilì legge romana
per accattarmi quattro pomi amari
quattro scudi pagai per due somari.

riuscendo a raccogliere un congruo obolo per saldare l'oblazione. Nota è anche l'attività del Notaio Apostolico Berardinus de Simeonibus e del medico Simeoni. Più oscura era la figura di Gervasio Gervasi, falegname e pittore ma, nei Fatti Storici, si leggono queste note: "Gervasio Gervasi , valente falegname, lavorava a S. Pietro in Roma (un'altra fonte attesta questa notizia: A. ZAZZA,  Notizie di Carsoli, Pietrasecca 1998, aggiungendo che fu il progettista del terzo piano della torre della chiesa S. Vittoria di Carsoli rappresentata nella foto in alto), fece il pulpito ed il confessionale (questa macchina era ancora presente nella chiesa San Nicola di Bari di Colli nei primi anni del secolo) nonché il bancone della sagrestia, si dilettava anche nel pittare..."
Nel testo è presente un'altra notizia preziosa: "...La parrocchia come la fontana che esisteva a Colli fatta fare dai Colonna..." Dal che deriva che la chiesa di San Nicola di Bari può essere stata edificata al massimo nel 1497, anno in cui Colli passò sotto il dominio dei Colonna che spodestarono gli Orsini.

Piazza Palazzo riscoperta

L'ipogeo ritornato in superficie a Piazza Palazzo
Nel corso dei lavori di sistemazione di Piazza Palazzo (pavimentazione in pietra, recupero del fontanile, isolamento dei punti di contatto della chiesa di S. Antonio con la medesima via per contenere l'umidità) è emerso un ipogeo alle spalle dell'arco a tutto sesto che insiste sulla facciata della fonte in pietra scalpellata e dove domina lo stemma araldico dei Colonna.
Il dr. Giacomo Lauri, cultore di storia locale, aveva da tempo formulato l'ipotesi, basata sull'analisi della polisemia degli elementi architettonici della Piazza, che quell'arco fosse l'ingresso di una scalinata di accesso alla cappella palatina dei Colonna, posta nell'area dove è stata edificata, in seguito, la chiesa di S. Antonio. Questa scoperta non suffraga ancora la tesi ma, da un'attenta ricognizione del luogo, si possono intravedere manufatti che sono certamente opera di un intervento normativo antropico.
Che tutto il rione di Piazza Palazzo sia di origine antichissima (verosimilmente il secondo nucleo di popolamento di Colli dopo quello del rione castello) ce lo conferma questo passo del manoscritto Fatti Storici che abbiamo ricevuto da Marcello Mantica.
La parte del manoscritto riguardante il medico Simeoni
"... La famiglia Parente fu la prima a dividersi e fabbricare ai pressi della minore chiesa di S. Berardo (è improbabile che sia questo il luogo perché non vi sono resti di edifici antichi nei pressi della chiesa evocata; più logico pensare che si tratti della chiesa S. Nicola di Bari oppure della chiesa di S, Antonio), e proprio quelle fabbriche che ora diconsi case nuove, tutte dei Parente. La 2.a famiglia furono i Simeoni dell'arco dei [...] a Rosa vedova del Petruncolo (?).In questa famiglia esistevano due preti che dicesi fossero stati avvelenati a Roccabotte ed un medico (si tratta di Berardinus de Simeonibus, notaio apostolico, curato a Colli e a Rocca di Botte, che edificò nel XVII secolo l'altare della Madonna della Concezione nella chiesa di S. Nicola di Bari ed attualmente ius patronandi degli eredi di Simeoni Antonio e Simeoni Luigi e, di un suo nipote Arcipresbitero). Il medico stava a Roma e per la sua villeggiatura a Colli stavasi costruendo il palazzo li sotto a S. Antonio che doveva estendersi chissà quanto di lì ancora verso Apolloni de la l'uccisione di un suo figlio non gli cagionava l'abbandono. Già vi abitava con la famiglia in quello che aveva accomodato quando sventura volle, un suo figlietto si alzava la notte e andava ad insultare le lavandaie li vicino alla fontana, un imbecille della famiglia Parente un giorno si pose in agguato presso la chiesa di San Rocco e l'uccise con una fucilata e questa fu la causa che il medico abbandonò il palazzo a Colli e ruppe l'acquedotto delle acque che venivano a Colli e da quell'epoca si allontanò l'acqua da Colli. La terza famiglia fu quella dei Lauri e così di mano in mano venivano allargandosi di basso..."
Anche in questo caso mi sono avvalso dell'interpretazione del manoscritto Fatti Storici inviatami da Giovanni Anastasi, che ringrazio.
 

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