COLLI

Le risorse artigianali di Colli nell'antichità

L'interno del laboratorio di un Fabbro
La consultazione degli archivi civili di Colli del XIX e XX secolo si rivela particolarmente edificante per individuare i vecchi mestieri artigianali che erano diffusi nel nostro paese.
Le professioni prevalenti erano quelle del Bracciante e del Coltivatore; tuttavia non è infrequente imbattersi in mestieri come Lanaio, Caldaio, Sarto, Fabbro Calzolaio, ecc. a testimonianza di una certa propensione verso l'imprenditoria artigianale.
Ora troviamo un'ulteriore conferma di questo dinamismo economico in due brevi passaggi presenti nel manoscritto di ANTONIO ZAZZA, Notizie di Carsoli, Pietrasecca 1998, che per gentile concessione del Presidente dell'Associazione Lumen, don Fulvio Amici, abbiamo potuto visionare nell'unica copia-master presente in archivio.
La prima informazione, contenuta nel foglio 4v (pagina 13 del testo stampato), riguarda un mastro Gervasi di Colli che rialzò di un terzo la torre campanaria della chiesa di Santa Vittoria di Carsoli, sottolineando che l'artigiano: "...lavorò nella sagrestia di San Pietro in Roma...".
L'altra notizia interessante la troviamo nel foglio 6r, (pagina 15 del testo stampato) in cui si afferma che: "La chiesa di S. Antonio Abate poco fora le mura di Carsoli col suo ospedale dicono fondata coi beni di una tal carseolana andata a marito in Colli, e coi beni di suo marito...".  E' una prova indiretta di come Colli tra il XVI e XVIII secolo fosse il paese economicamente più florido della nostra zona e che una sua cittadina potesse elargire alla collettività risorse finanziarie per costruire una chiesa con annesso l'ospedale.

Terminus ante quem sulla chiesa di S. Rocco

La Chiesa di San Rocco
Le fitte nebbie che avvolgevano la storia della costruzione della chiesa di San Rocco a Colli di Monte Bove, collocata all'entrata occidentale del paese, si vanno, gradualmente, diradando e oggi possiamo citare un documento presente presso l'Archivio Vescovile di Avezzano, che ci consente di stabilire un primo terminus ante quem sulla data di edificazione dell'edificio sacro.
Matteo Caroli accedeva alla carica di curatore delle chiese di San Berardo e di San Rocco di Colli nell'anno 1697 (D 128). Questa citazione significa che a quella data la chiesa di San Rocco era già esistente ed aveva una qualche rilevanza, per giustificare la nomina di un curatore sia pur incaricato anche della tutela della chiesa dedicata al vescovo dei Marsi.
Infine questa data si colloca in un arco temporale che suffraga, ulteriormente, l'ipotesi che avevamo formulato in un precedente post, sulla probabile edificazione della chiesa in un'epoca immediatamente successiva alla grande pandemia di peste che colpì il Regno di Napoli nel 1656.
 

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